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volo acrobatico: Quando il cielo si colora. Le livree di Mirco Pecorari- VFR Aviation, Marzo 2016

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Sul numero di Marzo di VFR Aviation si parla delle livree degli aerei acrobatici con Mirco Pecorari, titolare della Aircraft Studio Design e attualmente il designer di livree più richiesto al mondo. VFR Aviation Marzo- Mirco Pecorari

L’acrobazia aerea è una disciplina artistica, in cui l’artista in linea di massima non si vede: ciò che si vede è soltanto il suo aeroplano che volteggia nel cielo. La livrea, cioè il “costume“ indossato dall’aeroplano, assume quindi una importanza fondamentale nella presentazione dell’arte del volo. La livrea è l’espressione della gioia del proprietario di un aereo acrobatico di possederne uno. E’ ciò che determina la visibilità dell’aereo durante i voli. Nello sport, è ciò che consente ai giudici di vedere e votare bene un aereo durante le competizioni. Nelle manifestazioni, è ciò che rende l’aereo unico e riconoscibile, e che quindi consente la riconoscibilità del pilota da parte del pubblico, oltre ad essere il veicolo per la sponsorizzazione dei piloti più bravi. La livrea è quindi una componente essenziale di tutti gli aerei acrobatici, al pari delle forme e del design dell’aereo stesso. E come tutti i costumi, le livree sono soggette alle mode.

Le livree geometriche

Un tempo si pensava che la livrea dovesse innanzitutto correggere l’effetto visivo dell’aeroplano per il pubblico. I biplani, ed in particolare i Pitts, che hanno dominato le competizioni acrobatiche degli anni 70, hanno le due ali di forma diversa l’una dall’altra: l’ala sopra è a freccia, mentre l’ala sotto è dritta. Per questa ragione quando l’aereo era in volo la prospettiva poteva rendere particolarmente difficile da giudicare la performance del pilota, soprattutto a quote elevate. E’ nata così la livrea “Straight Lines” usata nelle competizioni, rispetto alla classica “sunburst” a spicchi da Airshow, che in molti hanno visto, ad esempio, sull Pitts S1 di Mauro di Biaggio. Creando un effetto ottico unico tra ala sotto e sopra, una livrea di questo tipo minimizza la differenza di forma delle due ali e consente, in determinate posizioni, di vedere l’aereo, ed in particolare le ali, come una forma unica.

Per gli aeroplani ad ala media di concezione più moderna, come i CAP e i Sukhoi, che hanno dominato le gare degli anni 80 e 90, la scelta delle livree degli aerei erano spesso dettate dalle regole della competizione. Visti lateralmente, questi aerei presentavano in genere delle righe che consentivano di correggere l’effetto visivo dell’assetto. In volo livellato, e visti di profilo, nonostante l’assetto dell’aeroplano, le righe erano parallele all’orizzonte. Visti da vicino, davano molto più nettamente l’impressione di volare dritti. Lo stesso veniva fatto sull’ala: in linea di massima accanto al bordo d’attacco veniva disegnata una riga che si pensava potesse consentire al giudice di vedere una riga parallela all’orizzonte quando l’aereo fosse stato in volo verticale, nonostante la linea di attacco tra ala e fusoliera non sia mai perpendicolare.

Il cambio di tendenza – Gli aerei disegnati da Mirco Pecorari

In tempi più recenti le mode delle livree hanno completamente abbandonato il concetto della geometria, e ormai la regola è che non esistono regole se non una: l’aereo deve essere bello. La nuova moda l’ha dettata un italiano, il cui nome è oramai sinonimo di prestigio nel mondo aeronautico, Mirco Pecorari, fondatore della Aircraft Studio Design. Oggi è il designer ufficiale di Walter Extra, la casa di produzione dei migliori aerei acrobatici, e il designer di tutti i campioni di tutte le specialità del volo acrobatico, oltre che degli altri. (Ai Mondiali del 2015, che radunano gli aerei dei migliori piloti acrobatici di tutto il mondo, 20 aeroplani su 41 portavano un design made in Italy di Mirco Pecorari). Anche Mirco Pecorari, come Tomaso Marzetti, ha fatto il suo primo volo acrobatico da giovanissimo con Bellei a Modena, ma non ha deciso di fare i pilota… Mirco ha deciso di fare gli aeroplani.

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La passione

“Io pagherei per fare questo lavoro, per cui per me è un divertimento venire in ufficio e dire “allora il prossimo, qual è da fare”? Mi diverto tanto.“ e non ci possono essere dubbi sul fatto che sia un appassionato di aeroplani, e di cose belle, da sempre. Nel suo studio tiene perfettamente catalogati i disegni che faceva fin da quando era bambino, più di 7000, in cui disegnava o ridisegnava la livrea di aerei esistenti, o addirittura, inventava nuovi modelli di aeroplani, insieme alle loro possibili colorazioni. La sua immaginazione ha prodotto un numero di aerei che in una vita intera sarebbe difficile realizzare. Ha una cultura aeronautica che supera di gran lunga quella di molti piloti. E con occhi sognanti racconta di avere avuto la possibilità di conoscere molti dei più grandi piloti, e di aver volato su tantissimi aerei – militari e civili- di cui prima o poi ha anche disegnato la livrea. Ma oltre ai sogni di un bambino e alla abilità di un grande designer, c’è molto di più.

Gli aeroplani devono essere belli

Secondo me la cosa più importante è che l’aereo sia ovviamente colorato e che attragga. Perché per quanto si possa essere freddi, ci sono delle emozioni che passano dagli occhi al cuore senza passare dal cervello e senza pensare del perché è bella. Stiamo parlando di giudicare una forma di un oggetto in movimento nell’aria e per poterla giudicare per precisione, stile ed eleganza di una performance che è per forza artistica in questo senso, specie quando si mettono i fumogeni e la musica, e addirittura è ancora più. La simmetria o l’assimetria credo che siano cose che valgono fino a un certo punto. Se pensi all’aliante della Citizen che ha vinto a Dubai, ha un orologio grandissimo sulla destra ed è del tutto asimmetrica. Dato che il volo acrobatico è una disciplina molto artistica, secondo me vedere una bella ballerina danzare o me, anche se facessi le cose perfette, secondo me il giudice avrebbe un occhio di riguardo per la ballerina.

E in effetti, a ben vedere i risultati, gli aerei disegnati da Mirco hanno vinto di tutto, dal campionato del mondo di acrobazia cat. Illimitata, ai world air games, le olimpiadi dell’aria.

Parlare con Mirco Pecorari di livree è illuminante: è evidente come abbia saputo cogliere il meglio da ogni aspetto del volo acrobatico e degli aeroplani ed applicarlo ai suoi disegni.

La tecnologia 3D

Innanzi tutto, ha inquadrato il difetto principale della concezione tradizionale.: “La geometricità… in realtà la geometricità del disegno aiuta solamente in due posizioni: se l’aereo è perfettamente di profilo, o se è perfettamente in verticale. Ma noi in realtà non vediamo mai l’aereo in posizione bidimensionale: quando vola, l’aereo lo vediamo sempre in tre dimensioni. Basta che l’aereo si inclini e perdi quello che si vedeva nel disegno bidimensionale. “

Da questo limite, salta fuori il primo plus dell’aircraft studio design su tutta la concorrenza. Partendo dal fatto che l’aereo non si vede mai in versione bidimensionale, nasce la grande innovazione: Mirco è il primo che, gia da due anni, prendendo le misure esatte di ogni angolo o curva dell’aereo, è in grado di disegnare tutto in 3D.

Noi abbiamo deciso di seguire la tecnologia che c’è a disposizione e attualmente presentiamo progetti in 3D. C’è anche la parte bidimensionale: cioè il disegno dell’aereo da sopra, da sotto e di fianco, ma prima erano il prodotto finale. Adesso sono solo schizzi iniziali. Il 3D ha 4 vantaggi. Il primo è sulla fantasia: ti sblocca la testa, sblocca un’altra dimensione. Anche quando fai le forme sopra un corpo tridimensionale ti sblocca una serie di possibilità che prima non avevi. Lo sviluppo del disegno nella parte “a 45°” tra quello che sta sopra e quello che sta di fianco, se consideriamo la sezione trasversale della fusoliera, acquisisce tutta un’altra possibilità. A livello di fantasia e di nuove idee apre un mondo nuovo. Diamo un supporto a chi lo vernicia molto forte perché tu riesci a vedere da ogni angolo come la livrea gira. Devi solo copiare quello che io ti do, non lo devi trasportare. Quando facciamo vedere al cliente è una emozione diversa. E infine possiamo offrire cose che prima non si potevano fare, tipo far vedere immagini simulate dell’aereo che vola a coltello o rovescio sopra la tour eiffel, posti in cui tu non potresti andare nella realtà.

La visione del pilota acrobatico

Certamente ha capito lo spirito di molti piloti, che realizzano il sogno da bambini di trasformarsi nel loro super eroe.. Fa sorridere, ma è davvero così! Il pilota acrobatico ha questo aspetto di posizionarsi nel cielo in diverse posizioni. Il fatto di avere questi colori- pensa ai super eroi… ognuno con i suoi colori e il loro attrezzo. Entriamo in questo campo. Il pilota acrobatico che è un drogato di adrenalina- questa cosa qui, se tu lo vesti con la tuta e col casco, ci sta. L’acrobazia in sé ti sblocca e ti permette di metterti una tuta da super eroe.

E da qui nasce la personalizzazione totale dell’aeroplano.

La customizzazione

Il criterio è tutte le volte diverso perché noi siamo tutti diversi, ed è il criterio del custom, dove questo aspetto della geometricità del disegno rispetto alla fantasia, quindi rispetto a fare qualcosa di diverso, viene sistematicamente messo all’inizio al numero uno. Mi dicono “oh mi raccomando che siano linee dritte”. Poi io gli faccio vedere tre cose dell’aeroplano asimmetrico, di chi vince e di chi non vince, e mi dicono “si in effetti”.. e ”ok, vai” Quindi io faccio qualcosa che piace a me, ma attraverso il suo stile”.. Mi sono piaciuti tutti perché sono molto particolari. Ad esempio è capitato che un po’ di amici regalassero al pilota la livrea dell’aeroplano per il compleanno. E il pilota a quel punto lo usa come gioia pura, senza limiti. Hanspeter Rohener, lo svizzero, è stato uno di questi casi. Quelli che mi divertono di più sono quelli che vengono a trovarmi. Vengono a Modena, prendono su la famiglia, mi cominciano a parlare della loro vita e della loro azienda. Non è tanto trovare il segno grafico dell’aeroplano, che può essere curvo, a fulmini, a stelle, a strisce. Quello che mi diverte di più è il rapporto con la persona.. Parlando di personalizzazioni, vedo tantissimi esempi nel suo ufficio. La livrea dell’aereo dell’americana Melissa Pembelton, ad esempio, nasce da una rivisitazione di un suo tatuaggio.

Un tema attuale: le bandiere.

Il tema della bandiera nazionale è molto sentito. Ed io potrei fare un articolo solo sugli aeroplani che portano la bandiera, e sono tanti. Ad esempio, quello che abbiamo fatto per Richard Goodwin con la bandiera inglese è stato molto divertente perché lui non trovava sponsor. E gli ho detto che ti sponsorizzo io, portami l’adesivo dell’aircraft studio design sopra, e se viene un cliente, uno sponsor, dividiamo, ma intanto tu voli tutta la stagione. Molto spesso il belga vuole l’aereo con il colore della bandiera del belgio, l’americano, il francese, lo svizzero, ci tengono molto a questo discorso della bandiera.

Le sponsorizzazioni-

Glu aerei acrobatici sono costosi, e molto fotografati. Spesso i piloti più in vista hanno o vogliono ottenere degli sponsor. In questi casi Mirco Pecorari ha bene in mente come ottimizzare le livree. “Se il pilota arriva gia con lo sponsor ha poco spazio di manovra. Parli di più con lo sponsor e fisicamente l’aereo diventa la loro bandiera. Noi andiamo a parlare con lo sponsor e si seguono le guideline. Quello degli orologi è una cosa abbastanza comune: l’hamilton e la citizen mettono l’orologio sugli aeroplani, mentre la Breitling ha dei colori: giallo nero e argento, e mette il marchio, e ad esempio hanno questo logo alato che generalmente metto sotto.

Il secondo caso è del pilota che arriva e non ha sponsor, e quindi lo devi aiutare a trovare lo sponsor. Fai una cosa dove lasci spazio libero: la livrea non va a coprire il 100% della fusoliera. Decoriamo poche parti e lasciamo le ali libere perché è la zona più visibile l’ala, perché è la zona che quando fai una foto viene presa meglio e quindi lasciamo le ali libere in modo da salvare spazi da poter vendere. Questa parte è più difficile perché lasciare parti “bianche” per futuri sponsor e per lasciare spazi da vendere è sempre abbastanza delicato, specie perché se hai sponsor che hanno colori particolari- facciamo l’esempio di Breitling- che ha i colori di giallo nero e argento- è chiaro che se tu hai un aereo bianco e rosso poco ha a che vedere con i loro colori aziendali.

E l’aereo di Mirco Pecorari, come sarebbe?

Se facessi un aeroplano per me lo farei bianco. Ho talmente tante idee in testa che cambierei continuamente idea. Un giorno sarei innamorato dell’arancione, e domani però viola… io lo lascerò disegnare a mia figlia. Faccio aereomodellismo perché mi posso permettere di customizzare gli aeroplani e farli volare- ne avrò 70 e 80 a casa. Sarebbe bellissimo avere un proiettore camaleontico e ogni giorno usare uno switch e poter cambiare. Chissà, forse il futuro sarà questo

Parola di giudice

Ma col tempo, ci si è resi conto che queste tecniche di colorazioni non sono particolarmente efficaci. Spiega Aldo Marengo, un giudice di acrobazia di vastissima esperienza internazionale, chiamato dalla CIVA a ricoprire il ruolo di capo giudice in moltissime competizioni europee e mondiali, “oggi giorno quando un aereo fa un passaggio a 300 metri o 500 metri, quelle particolarità le puoi apprezzare, però molto spesso gli aerei sono troppo distanti. Il giudice sta 150 metri più indietro dell’inizio del box di gara (che è un km per un km). Se un aereo è all’estremo opposto del box, e magari è a mille metri di altezza, non puoi apprezzare una striscia di 40 cm. L’occhio umano non percepisce i particolari a quelle distanze. Il disegno sparisce, rimane solo più il discorso dell’assetto generale, e il contrasto tra il rovescio e il dritto dell’aeromobile. Se da una parte è rosso e dall’altra di un altro colore, se l’aereo fa una mezza rotazione si vede bene la differenza. Diciamo che dal punto di vista visivo i colori che si apprezzano meglio sono il rosso e l’arancio. (io parlo di quando sono in volo)- li puoi apprezzare perché- che siano dritti o rovesci, li puoi notare in qualsiasi condizione di meteo, di nubi, se c’è foschia, se c’è una nube bianca, una nube scura, quelli li li puoi notare perché c’è sempre contrasto con lo sfondo. I colori da evitare sono i colori che si confondono con i colori del cielo, come il bianco o l’azzurro chiaro. I grandi esperti, una volta che c’è stata una riunione su questo tema, raccomandavano poi la vernice opaca. Secondo loro, con la vernice opaca quando tu fai uno stop non vedi luccichio, non vedi gli sbalzi, quindi un errore si nota molto meno che con una vernice lucida o metallizzata. Ma queste sono sottigliezze che vengono prese in considerazione se uno deve fare una competizione, e non se deve fare un air show. In air show sappiamo cosa vuol dire: volo basso, spettacolare, rumore, e invece, questa questione incide su un discorso tecnico, di precisione del volo, di esattezza degli stop, delle righe e delle inclinazioni. “

perché gli alianti sono bianchi?

Pietro Filippini spiega: Gli alianti acrobatici, soprattutto i fox e gli swift, risalgono agli anni 90 e sono in fibra di vetro. Il materiale è sensibile al calore e quindi occorre stare attenti a non usare colori che possano creare problemi di temperatura. Per questa ragione in linea di massima sono bianchi. Poi comunque gli alianti acrobatici hanno delle linee che rendono maggiormente visibile l’asse ala-fusoliera e delle colorazioni, seppure blande, che consentono di vedere bene il contrasto tra il volo dritto e il volo rovescio. Ad esempio, lo Swift S1 della nazionale italiana ha le estremità alari colorate per distinguere agilmente il volo dritto dal volo rovescio.

Ma sulla visibilità degli alianti poi c’è un fatto, spiega Marengo: che hanno una apertura alare molto grossa- tu guarda la differenza tra una apertura alare di un aliante e di un aereo- sono molto più lenti, più armonici nell’esecuzione delle figure e volano molto più lentamente, per cui anche se sono bianchi per il giudici sono più facilmente visibili.

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